Una mostra, un libro, trentanove volti.
È il progetto ideato dal Comune di Barbaresco e realizzato da Max Rella, fotografo di viaggi, vino e gastronomia, e anche giornalista, che tra dicembre dello scorso anno e maggio ha vissuto tra le bellissime colline di Barbaresco, per realizzare un reportage fotografico che desse un volto ai produttori del vino, che dal piccolo borgo prende il nome. Un’iniziativa che parte dalla volontà di celebrare coloro che vivono questo territorio e che ogni giorno si impegnano per produrre uno dei più eccellenti rossi piemontesi.
La mostra fotografica en plein air, composta da un percorso emozionale di immagini stampate in grande formato, è stata inaugurata il 19 giugno ed è pensata per essere permanente: i pannelli sono infatti realizzati in un materiale fatto per resistere alle intemperie e durare nel tempo, in armonia con il paesaggio che li circonda.
Le fotografie in bianco e nero, che ritraggono i 39 volti dei produttori di Barbaresco Docg, sono esposte intorno all’antica torre medievale, simbolo del paese, in una ‘galleria all’aria aperta’ in perfetta sintesi con l’ambiente circostante. Passeggiando lungo il percorso espositivo c’è una continua interazione tra il paesaggio e le immagini: si gode della vista delle colline di Barbaresco e allo stesso tempo si osservano i volti dei produttori che a quelle terre hanno dedicato la loro vita.
Tra le tante foto non vediamo solo i volti, ma anche la quotidianità di chi lavora in vigna, i gesti semplici che raccontano la tradizione di una pratica antica come la viticoltura. Si vedono le botti, gli strumenti del mestiere, l’uva, le viti, le bottiglie, i calici di vino. E poi gli sguardi appassionati, le sapienti mani al lavoro, la fatica, i sorrisi, la convivialità a tavola, un brindisi: attimi preziosi di vita vera.
L’esposizione prosegue all’interno del Museo Cavazza con i brevi video “Un’Annata a Barbaresco” in cui i produttori ci rendono partecipi della loro quotidianità raccontandoci una pillola di un minuto, su una particolare annata che è rimasta nei loro ricordi. E a completare il progetto c’è il libro-catalogo: tutti gli scatti in bianco e nero sono stati raccolti in un volume dal titolo “I Volti di Barbaresco” che racchiude l’essenza del territorio di Barbaresco e dei produttori che ne hanno fatto grande il nome in Italia e nel mondo. Basta sfogliare le pagine per incrociare gli ‘sguardi intensi’ – come li ha definiti nella prefazione Sergio Miravalle giornalista astigiano – dei vignaioli, che sono stati immortalati dai clic della macchina fotografica di Max Rella, il fotografo romano profondo conoscitore del mondo del vino, che ha saputo far emergere la sensibilità della piccola comunità di produttori.
Sorseggiando un calice di Barbaresco seduti in penombra, con la brezza tiepida che scompiglia i capelli e gli occhi pieni delle dolci colline che circondano il borgo langarolo, non si può che sentirsi più vicini ai trentanove protagonisti del prezioso rosso piemontese.
Sembrerà di camminare lungo i filari delle vigne ammirando i frutti della loro esperienza.