Il Barbaresco è un vino unico. Alla vista colpisce subito il colore rosso intenso con luminosi riflessi rubino. Il naso è inondato da un profumo persistente, con note floreali ma delicate. E in bocca è armonico e raffinato, nonostante la struttura importante.
Barbaresco è prima di tutto un paese. Diventato patrimonio dell’Unesco nel 2014, il piccolo borgo, così come lo conosciamo oggi, affonda le sue origini nel Medioevo. Le meravigliose colline delle Langhe lo abbracciano, immerso in un paesaggio che fonde gli elementi naturali con il sapiente lavoro dei vignaioli. Nel cuore di Barbaresco si staglia la Torre medievale, che offre una vista a 360° sui paesi circostanti e regala indimenticabili panorami al tramonto, da ‘gustare’ in compagnia di un calice del prezioso rosso. In lontananza si osservano filari a perdita d’occhio, paesi e borghi, castelli e cascinali sui bricchi più alti, protettori delle terre circostanti. Impossibile non riconoscere il fiume Tanaro, le cui acque arricchiscono i terreni sabbiosi, e nelle giornate più limpide lo sguardo si perde fino ai territori di Monferrato e Roero.
È di questo scenario magnifico che Massimo Rattalino si è innamorato, decidendo di trasferirsi e avviare un nuovo coraggioso progetto. Ha scelto Barbaresco perché è il centro della produzione dell’amato vino piemontese, da cui deriva anche la denominazione. È composto al 100% da uve Nebbiolo, antico vitigno a bacca nera già conosciuto dai Romani, che con le sue profonde radici assorbe – e poi trasporta in bottiglia – tutte le caratteristiche e peculiarità del terreno dove cresce. Per esaltare al massimo le sfumature del vitigno, Massimo Rattalino offre un’ampia selezione di etichette Barbaresco DOCG , ognuna prodotta con le uve coltivate in aree geografiche specifiche, vicine ma diverse, come il Barbaresco Quarantadue42, il Meruzzano, il Currà, o la Riserva.
Da disciplinare, la produzione richiede esclusivamente l’uso di uve da viti coltivate in collina: è proprio la pendenza che consente ai terreni di drenare, di perdere l’eccessiva umidità, e di mantenere un aspetto asciutto, caratteristica che si ritrova gustando il vino. La sua zona di origine è piccola e comprende altri 3 comuni oltre all’omonimo paese, Neive, Treiso e San Rocco. Una volta prodotto, il vino deve invecchiare prima in botti e poi in bottiglia, e durante questo periodo acquisisce complessità e si affina. Il risultato eccellente dell’attento lavoro di vinificazione e invecchiamento risulta evidente sia nelle interpretazioni più classiche sia in quelle innovative dei vini di Rattalino, che si possono trovare nella sua cantina a Barbaresco, con degustazioni prenotabili anche online, o acquistare nel wineshop dell’azienda ‘Non solo vino’, situato all’ingresso del paese in Piazza del Municipio 20.
L’imprenditore piemontese porta avanti la tradizione con un approccio moderno, senza dimenticare che l’origine delBarbaresco è antica. La prima bottiglia etichettata, infatti, risale al 1870, data cui segue il lancio commerciale, nel 1894: da quel momento è un percorso all’insegna del successo. Nel 1934 nasce il Consorzio di Tutela del Barolo e Barbaresco. Il 1958 è l’anno della nascita della fondazione Produttori del Barbaresco, oggi più di 50, che porterà all’acquisizione della DOC nel 1966 e della DOCG nel 1980: è la rinascita del territorio e della regione. Insieme al Barolo, il ‘fratello’ aristocratico con cui condivide il vitigno, il Barbaresco renderà celebre il nome Piemonte in tutto il mondo.
La storia del borgo di Barbaresco e del vino sono inscindibili, e il loro legame è profondo. Senza il suo territorio di origine, questo rosso così pieno, seppur delicato e gentile, non sarebbe il vino che tutti conosciamo. Sono l’aria, la terra, il clima insieme alle conoscenze dei vignaioli che se ne prendono cura, a donargli quei sapori e profumi inconfondibili. Più che del lavoro dell’uomo, è frutto dell’arte.
Solo visitando Barbaresco, riempiendosi gli occhi con la vista delle sue dolci colline e sorseggiando un calice del corposo rosso, sarà chiaro cosa ha spinto Massimo Rattalino a fare del piccolo paese la sua nuova casa.